L’osteoporosi è una patologia ossea molto comune che provoca un indebolimento delle ossa, che a sua volta può causare fratture della colonna vertebrale, del femore e del polso anche dopo semplici cadute. Le principali cause dell’osteoporosi sono due:

-il paziente non ha abbastanza massa ossea forte prima dei trent’anni, quando inizia il processo di degrado;
-il processo di degrado dopo i trent’anni è troppo veloce

L’osteoporosi va tenuta a bada. Il momento per prevenirla inizia da giovani se non si vogliono brutte sorprese nell’età adulta. I medici sono concordi nel dire che bisogna dare alle ossa il sostegno necessario a tutte le età attraverso l’assunzione di calcio e vitamine.

Spesso questa malattia è sottovalutata e non sempre, in caso di frattura, si considera come causa principale l’indebolimento delle ossa. La Fondazione internazionale osteoporosi ha lanciato, durante un congresso tenuto a Firenze, un piano globale d’azione per la prevenzione delle fragilità. Lo scopo è di sensibilizzare i pazienti per far comprendere l’importanza di proteggere le ossa già a partire dall’infanzia. Il progetto, chiamato Mister Bone, realizzato a Firenze è rivolto proprio all’educazione dei piccoli a partire dai 4-5 anni di età.

Naturalmente nei piccoli è l’alimentazione che va controllata e bilanciata in modo da essere una difesa per le ossa, attraverso l’assunzione di calcio.
Ciò vale anche per la donna che deve assumere una certa quantità di calcio senza, nello stesso tempo, abusare di latte e derivati. Il rischio, altrimenti, è che la vitamina D, fondamentale per la calcificazione dello scheletro fetale, risponda negativamente.
Per scongiurare il rischio fratture da fragilità, oltre all’assunzione di calcio attraverso una dieta corretta, è di fondamentale aiuto una giusta esposizione al sole che facilita l’integrazione della vitamina D, e lo svolgimento di un’attività fisica. Questi accorgimenti devono essere seguiti sia dai giovani che dagli adulti.
Per la delicata età della menopausa è necessaria una buona mineralizzazione dello scheletro.

La massima attenzione va però alla persona già vittima di una prima frattura. Se ben curata, anche con farmaci, il pericolo di una seconda frattura si riduce del 70%.

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